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  • Immagine del redattoreTessa Viganò

Brera è un tatuaggio impertinente

“Prof ma perché non è arrivata l’anno scorso?”

Gli studenti mi hanno offerto la possibilità di ricordare, di ragionare, di fare un sorriso al pensiero del mio percorso accademico.

Oggi di un anno fa ero ancora dalla parte dei ragazzi, l’ultimo esame prima della sessione di tesi è stato un concentrato di emozioni contrastanti; dalla paura di fallire all’euforia di stare un passo dalla fine, la stessa fine che provocava una profonda nostalgia e grandi incertezze.


Francesca, amica mia, te lo ricordi quel giorno a dirci che in qualunque modo fosse andata saremmo state fiere del nostro lavoro? Quei lavori concettualmente carichi e sentimentalmente importanti sono stati i riassunti dei nostri valori, di ciò che abbiamo osservato, di chi abbiamo amato e anche delle cose che non ci sono piaciute. Mestiza e In punta di mani hanno concretizzato ciò che non vogliamo essere e ciò che vorremmo fosse urlato al mondo. Senza nemmeno accorgercene siamo diventate grandi in 6 minuti e mezzo. Racchiusi in quella manciata di minuti sono scritti tre anni di studi, concerti, mostre, pianti, le sigarette fumate in riva al mare, gli incoraggiamenti, ma soprattuto le grandi e disperate persone che hanno condiviso con noi questa conclusione. Ci sono state accanto amicizie preziose e rivoluzionarie, animi impazienti di mordere il cambiamento e di invertire le rotte. Con questo inno alle belle cose, e sono sicura che Francesca sarà d’accordo, voglio dedicare i nostri lavori a tutti quelli che, dentro e fuori l’Accademia, hanno avuto il coraggio di guardare male, di non ascoltare, di sovvertire, di smuovere la comodità.


Un gentile ringraziamento a chi ha donato il suo sapere nelle aule di Brera, poiché quando tornavo a casa alla sera i miei pensieri, le mani e l’animo erano colmi di nozioni, non c’è mai stato giorno in cui me ne andassi dai corridoi senza un’emozione; delle volte la soddisfazione era il sentimento principale, altre l’umiliazione, l’allegria o la malinconia.

Brera è una mamma che dona senza limiti ma da cui devi creare un’indipendenza, da Brera non si va mai via, è un legame talmente radicato quello che si crea con lei che un pezzettino del suo stato brado rimarrà per sempre inc


ollato addosso.



Brera è un tatuaggio impertinente.


Dedico un pensiero anche Napoleone, il Lui che si nutre di anime laureate scomparse nella nebbia digitale.


Un grande in bocca al lupo agli amici tesisti.


Buona fortuna al 2021


Ciao Brera

12.02.2021

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